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LA SIRENA: TRA STORIA, MISTERO E LEGGENDA

« Le Sirene lo incantano con limpido canto,

adagiate sul prato: intorno è un mucchio di ossa

di uomini putridi, con la pelle che raggrinza»

(Omero, Odissea)

Crudeli predatori o affascinanti fanciulle, le sirene popolano l’arte e le leggende di culture millenarie. Comparse nella letteratura con l’Odissea di Omero, hanno presumibilmente un’origine molto più antica, legata alle tradizioni orali. Leggendo il Canto in cui Ulisse le incontra, infatti, non si fa alcun cenno alla loro forma, lasciando intendere che tutti quanti sapessero come era fatta una sirena.


Metà donna e metà pesce? No, affatto.
Le sirene di Omero erano molto diverse e non assomigliano per niente all’iconografia a cui siamo abituati. Se come me sei innamorato delle antiche leggende del mare, fra orribili mostri e meravigliose creature, nelle prossime righe ti accompagnerò fra le acque dei mari europei alla scoperta di una figura tanto famosa quanto sconosciuta e misteriosa: la sirena.


Prima di salpare, però, alcune premesse:
– La sirena non ha un’unica forma. Come ti racconterò, la sirena non ha una definizione univoca: la creatura che animava i racconti dei greci non è la stessa che si appoggiava sugli scogli della Danimarca. Chi ha ragione? Tutti e nessuno, ovviamente. Personaggio fiabesco e letterario, deve la sua natura alla fantasia degli artisti o alle suggestioni dei marinai.


– La sirena non ha un’etimologia chiara. Cosa vuol dire “sirena”? Non lo sappiamo con certezza. Alcuni studiosi ipotizzano che il suo nome derivi dal greco seirà (σειρά) e eírō (εἴρω), che uniti insieme portano al significato “corda che trattiene”, riferendosi al potere delle sirene di affascinare, legandoti a loro con il canto. Fra le molte altre ipotesi, ce ne sono alcune che vedono l’origine del termine provenire da culture ben più antiche di quella greca, come la cultura sanscrita.


– La sirena non ha basi scientifiche: si tratta di un animale puramente immaginario. È possibile, come per altri mostri leggendari, che l’ispirazione arrivi da animali reali, come i trichechi. I misteri delle acque offrono sempre grandissimi sorprese alla scienza, ma per ora la sirena va considerata puro frutto della fantasia.

La sirena greca

Avrai sicuramente sentito parlare dell’Isola delle Sirene di Ulisse. Se immagini tante belle fanciulle con le pinne, però, ti sbagli di grosso. Omero in realtà non ci dà alcuna descrizione delle sirene, lasciando intendere che i greci dell’epoca sapessero perfettamente di cosa si trattasse. Rappresentate in monili, lanterne, rilievi, vasi e sculture, le sirene greche sono in realtà metà donne e metà uccelli.

Anche in questo caso non c’è un’immagine univoca. A volte sono uccelli quasi per intero, con la sola testa umana. Altre volte le proporzioni si invertono: la sirena ha volto e corpo di donna, con ampie ali sulla schiena. In quest’ultimo caso la somiglianza con gli angeli è fortissima, se non fosse per le zampe da gallina. Se vuoi avere un’idea di questo angelo con le zampe da uccello, puoi osservare l’intrigante statua della sirena di Canosa, ospitata nel Museo Archeologico di Madrid.

Anche se avevano un aspetto angelico, però, le sirene greche non erano molto pacifiche. Con il loro canto attraevano i navigatori sulla loro isola, portandoli alla morte. È Omero stesso che descrive gli innumerevoli cadaveri in putrefazione che le circondano.

Per ottenere questo massacro, non dobbiamo immaginare schiere di donne piumate: le Sirene dell’isola di Ulisse, infatti, erano solo due. Erano anche molto permalose: secondo le Argonautiche Orfiche (successive all’Odissea di circa un millennio) una delle due sirene, Partenope, ci rimase così male dal fallimento con Ulisse, che decise di suicidarsi, schiantandosi sugli scogli che vedranno poi sorgere la stupenda città di Napoli. I mari campani, tra l’altro, erano visti come la casa delle sirene: anche per questo i greci che abitavano le coste partenopee le veneravano. Per i Greci, però, le sirene non sono solamente mortiferi nemici: le “piumate vergini”, infatti, avevano anche il difficile compito di consolare i morti, cantando. Ecco perché spesso troviamo raffigurazioni di sirene sulle loro tombe.

La sirena delle leggende

Bellissima donna dai lunghi capelli, al posto delle gambe ha una sinuosa coda di pesce. È questa l’iconografia a cui siamo abituati, tramandata dalle stupende leggende europee. Ben prima che Andersen scrivesse la bellissima fiaba de “La Sirenetta”, infatti, la tradizione orale contava tantissime storie zeppe di sirene.

Non è ben chiaro quando sia avvenuto il passaggio fra la sirena piumata dei greci alla sirena pesce, ma questa nuova immagine trionferà in tutte le culture, dominando nell’immaginario collettivo. In alcune leggende celtiche, addirittura, si specifica di quale specie di pesce sia la coda: si tratta del salmone.

È il caso della Sirena Santa Li Ban della tradizione irlandese, che rinuncia alla sua immortalità per salire nel paradiso cristiano.

Un’altra sirena salmonata è la scozzese Ceasg. In questo caso la leggenda vuole che se catturata, questa possa esaudire tre desideri. Vladimir Propp, grande antropologo russo, notò che le fiabe popolari avevano sempre strutture simili, con elementi che si ripetevano nelle tradizioni orali di tutte le culture. I tre desideri, così come le tre prove da superare, sono fra quegli elementi.

Voglio specificare che le sirene non sono appannaggio della tradizione celtica: bellissime leggende italiane, spagnole e francesi raccontano di loro. In particolare, se vuoi scoprire una fiaba estremamente poetica, potresti interessarti alla storia di Skuma di Taranto. Ho scoperto questa leggenda passeggiando sul lungomare pugliese, imbattendomi in statue di sirene, scoprendo così il racconto di Skuma (cfr. schiuma), bella fanciulla e del suo ricco innamorato, ricca di colpi di scena, tesori e sirene.

La sirena delle camere delle meraviglie

È in Germania che ho scoperto un ambiente molto inquietante, diffuso in tutta l’Europa rinascimentale: la Wunderkammer, traducibile in italiano come “Camera delle Meraviglie”. La Wunderkammer, tipica delle corti, era un insieme di oggetti curiosi e stupefacenti. Reperti archeologici, oggetti antichi e animali incredibili trovavano posto nella Camera delle Meraviglie dei ricchi collezionisti.

Ovviamente, non c’era rigore scientifico e imbalsamatori professionisti mettevano insieme corpi di più animali per dare forma a bestie leggendarie come unicorni e draghi.

Naturalmente, uno dei pezzi forti delle Wunderkammer era quasi sempre la sirena. Piccola e antropomorfa, aveva l’aspetto che oggi ricorda l’immagine di un alieno con le pinne.

Come la ottenevano? Imbalsamando creativamente il corpo di una razza. Questo pesce, una volta essiccato, assume una sembianza antropomorfa davvero inquietante. Ecco così comparire nelle corti europee i corpi di piccole sirene mummificate.

La sirena degli avvistamenti

I misteri del mare sono profondi e ancora oggi abbiamo una conoscenza solo marginale delle creature che popolano gli abissi. È evidente che le sirene sono frutto di fantasia e leggende, ma nel passato ci sono stati molti avvistamenti, con testimoni che giuravano di averne viste.

Fra questi, c’è Cristoforo Colombo. Nel riportare questo suo avvistamento, Colombo specificò che però non erano così belle come si raccontava. Come si spiega? In mare è facile farsi suggestionare. Con tutta probabilità, il navigatore avvistò un tricheco o un simile mammifero acquatico. Questo spiegherebbe anche la delusione estetica di Colombo.

Nei secoli successivi, furono molti i navigatori che dichiararono di avere avvistato le sirene. Il caso più recente, nel 2009, riguarda una cittadina israeliana, con numerosi testimoni che giuravano di avere osservato vere e proprie sirene in prossimità della costa. Fu messo in palio un ricco premio per chi avesse portato prove certe, ma nessuno è mai stato in grado di andare oltre la semplice testimonianza.

La sirena e il simbolo

Per chi come me ama l’immaginario fantasy, la sirena rappresenta una creatura molto intrigante e interessante. Spesso rappresentata come bellissima, è ancora più irraggiungibile delle fanciulle umane e ancora più misteriosa. La sirena simboleggia l’attrazione sessuale femminile e il suo potere verso gli uomini.

A questo proposito dobbiamo ricordare che la sirena popolava i racconti dei marinai, uomini che stavano isolati dalle donne per mesi.

Spesso la sirena fu rappresentata con uno specchio in mano e questo non indica semplicemente il suo narcisismo. Come per la strega di Biancaneve, lo specchio può simboleggiare una finestra magica per osservare il mondo dei morti.

Simbolo di bellezza e dei misteri del mare, la sirena divenne la polena più comune sui velieri europei. La polena è quella decorazione in legno che guarda l’orizzonte del mare dalla prua della nave. Alcuni ipotizzano che questa moda servisse ad esorcizzare la paura verso le sirene o che fosse una sorta di omaggio per tenerle buone.

Personalmente, credo che questa scelta fosse più legata ad aspetti simbolici ed estetici, specie nell’Ottocento, secolo Romantico. Del resto cosa c’è di più romantico di un veliero che solca le onde con una bellissima sirena dai lunghi capelli e i bei seni, sfidando le schiume della tempesta?

Il simbolo delle sirene non si esaurisce qui: diffusa in Europa, la sua leggenda trova spazio nelle tradizioni di tantissimi popoli del mare, dal Messico alle Filippine.