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Il cuore è un elemento dalle innumerevoli sfumature, significati che si sono evoluti nel corso dei secoli e che attraverso questo articolo cercheremo di approfondire insieme.
Oggi siamo abituati ad associare al cuore la forma stilizzata dell’emoji ♥. Lo disegniamo così fin da bambini e a questa forma astratta siamo abituati ad associare i più profondi sentimenti d’affetto.
Ma da dove deriva questa rappresentazione? Quando ha iniziato ad essere associata al cuore? Soprattutto, come mai carichiamo di significati così profondi un elemento stilizzato, mentre fatichiamo ad accettare l’immagine anatomica e realistica di questo organo?
Proprio rispetto al cuore anatomico, ai suoi significati e alla sua simbologia, puoi trovare un approfondimento in questo nostro articolo.
“Simbolo per eccellenza dell’amore, sede dei sentimenti e delle emozioni, organo vitale e indispensabile per la sopravvivenza di quasi tutti gli esseri viventi.”
Il cuore, come dicevamo, è un simbolo che fin dall’antichità porta il peso di una profonda simbologia.
La rappresentazione stilizzata del cuore però non è recente ma trova corrispondenza già tra gli antichi greci, senza però avere alcun legame con il cuore umano.
Per i Greci, infatti, questa forma rappresentava le foglie di vite, simbolo sacro del dio Dioniso, spesso indossate in ghirlande da sacerdoti durante le feste.
A Cirene, un’antica città libica che in passato fu una colonia di rilievo sia per i Greci che per i Romani, il simbolo stilizzato del cuore veniva impiegato per raffigurare il silfio, una pianta ormai estinta i cui semi ne ricordavano la forma. Questa pianta, preziosa sia come spezia che come medicina, costituiva una merce di scambio di grande valore, tanto che la sua immagine veniva spesso impressa su molte delle monete in circolazione. Da qui deriva probabilmente la prima associazione tra forma e significato: ricchezza, prosperità, felicità e benessere.
Gli antichi egizi, invece, credevano che il cuore fosse la sede del pensiero e della forza vitale.
Durante il rito della pesatura, il giudizio del defunto di fronte al tribunale di Osiride dipendeva dal peso del suo cuore. Esso veniva posto sul piatto di una bilancia, mentre sull’altro era posta una piuma simbolo di Maat: se il cuore risultava più pesante, questo veniva divorato da Ammut.
Due erano i simboli utilizzati per indicarlo: “ib”, che determinava la sede dei sentimenti e della coscienza; e “haty”, utilizzato prevalentemente nei testi di medicina.
Durante la mummificazione, il cuore era l’unico organo che vantava il privilegio di rimanere all’interno del corpo, accompagnato da alcuni amuleti la cui forma, che ricorda il corrispettivo geroglifico, ricorda quella di un vaso con collo e anse. In realtà si tratta di una riproduzione fedele del cuore di un bovino in sezione, in cui appunto “collo” e “anse” corrispondono all’innesto di vasi arteriosi e venosi.
È a partire dal XIII secolo che il simbolo stilizzato del cuore compare per la prima volta come elemento rappresentante del cuore umano e di conseguenza delle sue emozioni.
La prima testimonianza si può rintracciare né “Il romanzo della pera”, un romanzo francese scritto nel 1250 in cui, all’interno di un capolettera, appare un uomo che porge alla sua amata il “suo cuore”. Nel Medioevo inizia quindi a diffondersi nell’arte il cuore dalla forma stilizzata, molto simile a come la conosciamo oggi.
A partire dal 1200, i cuori diventano popolari soprattutto nell’arte religiosa: rossi e circondati da fiamme per rappresentare la fede e la carità; coronati di spine a simboleggiare la sofferenza di Cristo; trafitti da spade per esprimere il dolore di Maria per la perdita del proprio figlio, ma anche utilizzato per mostrare devozione a Gesù, rappresentando un amore sacro che oggi ricorda il cuore trafitto dalle frecce di Cupido.
Il simbolo del cuore si diffonde rapidamente grazie a due eventi significativi: il primo è legato all’invenzione delle carte da gioco in Egitto intorno al 1370, caratterizzate da simboli come coppe, monete, spade e bastoni. Nel Cinquecento, i francesi sostituirono tali simboli con quelli ancora utilizzati oggi (fiori, quadri, cuori, picche), e la crescente popolarità del gioco contribuì a consolidare la rappresentazione del cuore come la conosciamo oggi.
Il secondo evento, già accennato nel capitolo precedente, riguarda la diffusione nella Chiesa Cattolica di racconti di apparizioni divine: in particolare quella ricevuta da Santa Margherita Maria Alacoque nel 1673, in cui Cristo le mostrava il suo cuore come un simbolo del suo amore per l’umanità.
Proprio attraverso la religione cristiana nasce il culto del Sacro Cuore, simbolo di emozioni, ascolto, sentimenti, sede dell’anima e del perdono.
Il cuore fin dall’antichità, pur attraverso forme e colori differenti, ha sempre simboleggiato prosperità, ricchezza, passione, emozioni.
Tuttavia, è nell’iconografia cristiana che il cuore rosso e bipartito ha guadagnato una diffusione più ampia: uno degli esempi più noti di diffusione del suo simbolo stilizzato è il celebre logo “I Love NY” creato dall’artista Milton Glaser.
La storia di questo logo è affascinante. Negli anni ’70, New York stava affrontando sfide significative: alti tassi di criminalità e una diminuzione del turismo. Nel 1976, il Dipartimento del Commercio di New York ha lanciato una campagna per promuovere il turismo nella città, incaricando Milton Glaser della progettazione grafica.
L’intuizione che rende questo logo così memorabile e geniale fu quella di unire tre elementi semplici ma non immediatamente decodificabili: è la frazione di secondo che serve per decifrare il significato del logo che fa sì che questo rimanga impresso in modo indelebile nella memoria.
Attualmente, l’emoji del cuore rosso stilizzato è diventata la più utilizzata su Whatsapp e sui canali di comunicazione, rappresentando un modo rapido ed efficace per esprimere affetto o amore attraverso un semplice gesto.
Tuttavia, c’è un altro modo tangibile per condividere sentimenti di affetto e interesse: regalare un gioiello a forma di cuore.
Il cuore, con la sua profonda simbologia di amore e connessione emotiva, trova una notevole applicazione nel settore della gioielleria, dove diventa un’icona senza tempo per esprimere sentimenti intensi.
Sia che si tratti di un regalo per celebrare un momento speciale, di una dichiarazione d’amore o di un anniversario, il cuore testimonia il legame profondo e autentico verso se stessi o tra due persone, diventando così un simbolo universale di affetto e impegno.
Nel mondo della gioielleria, il cuore diventa potente strumento per comunicare emozioni e sentimenti: pendenti, anelli e bracciali a forma di cuore trasmettono un messaggio duraturo di legame e affetto, mentre la qualità dei materiali utilizzati rappresenta la solidità di questa connessione.
“Feel No Pain interpreta l’elemento del cuore nella sua forma più fedele e accurata, attraverso ciondoli dalle fattezze anatomiche, arricchiti di elementi simbolici, come spade e serpenti.”
Un simbolo così importante e ricco di significato non poteva non essere parte della nostra collezione di gioielli.
Negli anni abbiamo disegnato e composto una linea di ciondoli “cuore” caratterizzati da una rappresentazione accurata e fedele delle proporzioni e delle linee anatomiche.
È proprio questo contrasto tra anatomia e simbologia, realtà e poesia, che rende i nostri ciondoli preziosi gioielli dal significato profondo.
Cuori anatomici si uniscono a simboli astratti, come spade e serpenti, per raccontare storie antiche di passioni e ideali.
Ogni nostro gioiello cuore racconta una storia unica, una diversa simbologia che accompagna interpretazioni e significati differenti. Qual è la tua?
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